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STORIA 
 
Le prime tracce di presenza umana si registrano nel territorio nocerino fin dal paleolitico inferiore e testimonianze significative testimoniano di attività presenti in tutte le ere successive, attraverso l'era neolitica, l'età del ferro, fino alla fondazione di Noukria, che significa "La Nuova" nel VI sec. A.C. da parte degli Umbri. 
 
Conquistata dai Romani nel IV sec. A.C., assunse il nome di "Nuceria Camellaria" e divenne un importante stazione sull'asse della Via Flaminia, che collegava Roma con Fanum (l'odierna Fano) e quindi con l'Adriatico; citata da Strabone (V,2) per il commercio di recipienti in legno e da Plinio il Vecchio che nella Naturalis Historia, compone l'elenco dei popoli Umbri e fa riferimento ai "Nucerini cognomine Favonienses et Camellani" presenti in zona e che  lasciarono testimonianza della propria presenza nella vicina Pievefavonica
 
La città romana si estendeva lungo le rive del Fiume Topino e nelle vallate circostanti, così come testimoniato dall'abbondanza di reperti e strutture ancora visibili, mentre il centro storico che ancor oggi possiamo ammirare fu  fondato e fortificato a partire dal IV sec. d.C., in coincidenza con il succedersi delle prime invasioni barbariche, che resero necessario l'impianto arroccato e difendibile costruito sui versanti e sulla cima della collina. 
 
Questa fase ebbe termine con l'arrivo dei Longobardi (571 d.C.) che inglobarono Nocera Umbra nel Ducato di Spoleto e per tre secoli contibuirono al governo del territorio con una fortissima e determinante integrazione con le popolazioni autoctone. Straordinaria testimonianza di questo periodo è la necropoli della località Pontone, nella quale furono rinvenute 165 tombe ricchissime di arredi funerari e suppellettili. 
Nello stesso periodo divenne sede di Diocesi ed inglobò tutto il  territorio circostante comprese le antiche città di Tadinum, Plestia e Sentinum. 
 
In questa fase la città visse il suo periodo di massimo splendore, arroccata nelle sue mura inespugnabili, circondata da mura e torri possenti, dominava su una diocesi vastissima con oltre diecimila abitanti. 
 
Nel XII secolo si eresse a libero Comune ma fu costretta ad assoggettarsi al dominio di Perugia ed a schierarsi nelle lotte fra a la guelfa Perugia e la ghibellina Foligno. 
Nel 1248 Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero, la conquistò ed incendiò, e nel 1279 un disastroso terremoto la rase al suolo, ponendo fine ad una era di ricchezza e splendore. 
La città venne ricostruita sotto il governo dei Trinci di Foligno e nel XV secolo entrò a far parte dello Stato Pontificio, assumendo definitivamente la conformazione attuale ed organizzando la propria economia verso l'utilizzo delle risorse ambientali. 
 
Nel settembre 1997, un violento terremoto colpì nuovamente l'Umbria e le  Marche, distruggendo e rendendo inabitabile l'antico centro storico di Nocera Umbra. Gli abitanti in quella occasione hanno rioccupato le vallate circostanti con nuovi insediamenti abitativi, mentre il centro storico ha iniziato una lunga e sofferta opera di completa ricostruzione che ancora oggi (2016) non è stata completata. 
 
ARTE E CULTURA 
 
La bellezza di Nocera Umbra è strettamente legata alla sua storia ed alle vicissitudini che ne hanno formato il nucleo urbano, con la sua conformazione, palazzi, architetture di ogni epoca. 
Dopo il terremoto del 1997 si è avviata una faticosa e attenta opera di recupero che è in fase di completamento e sta restituendo alla comunità il suo bene più prezioso, l'antica città, scrigno e memoria di ogni faniglia nocerina. 
 
Il centro della cittadina è racchiuso ancora nelle mura antiche che si varcano attraverso Porta S. Francesco detta Porta Vecchia; la porta è decorata all’esterno da due fontane che richiamano subito alla tradizionale denominazione di “Città delle acque”. Questa denominazione per secoli ha accompagnato il nome di Nocera Umbra, per la straordinaria ricchezza di fonti che caratterizzano il territorio, dal quale ancor oggi si ricava gran parte delle acque che servono al tutto il comprensorio regionale. 
Risalendo la collina, attraverso stradine e percorsi diversi si arriva in Piazza Caprera, dove si affacciano gli edifici simbolo della città: Il Comune, Il Duomo, la chiesa di San Francesco
 
La Chiesa di San Francesco, è oggi adibita a Pinacoteca e Museo Civico e conserva reperti archeologici ritrovati nel circondario, testimonianze di epoche diverse, dal paleolitico al medioevo e una raccolta di opere d’arte fra le quali spiccano gli splendidi affreschi di Matteo da Gualdo. 
Il Duomo, più volte ricostruito nei secoli, conserva l’impianto architettonico romanico, di cui resta traccia evidente nello slanciato portale d’ingresso decorato con motivi vegetali e nella pianta ottagonale dell’abside; all’interno colpisce il pavimento maiolicato della sacrestia e i lavori di Giulio Cesare Angeli (1600), autore degli affreschi all’ingresso e di alcune tele. Nel Duomo è conservato il corpo di S. Rinaldo, patrono della città. 
Percorrendo la stretta salita a fianco del Duomo si costeggia la Torre del Campanaccio (XI sec.), l’edificio più alto e visibile di Nocera Umbra, ultimo residuo della Rocca originaria, che distrutto dal disastroso terremoto del 1997 divenne simbolo della comunità ed è stato completamente ristrutturato e reso visitabile; ai piedi della Torre, si apre una terrazza dalla quale si gode lo spettacolo del panorama della sottostante valle e dei monti che la circondano. 
La Chiesa di S. Filippo realizzata dall'architetto Luigi Poletti nel secolo scorso (1886) in stile gotico, presenta sull’altare una pala raffigurante la Morte di San Filippo Neri di Francesco Grandi
La Chiesa di S. Giovanni edificio di epoca romanica, si chiamava anticamente S. Maria Antica e fu cattedrale di Nocera nel XIII sec. Assunse l’attuale denominazione, mutuandola da una chiesetta (San Giovanni della Sportella) che sorgeva dove attualmente si trova il parlatorio delle Clarisse dell’adiacente Complesso del Monastero di Santa Chiara; conserva un portale gotico, e tre altari barocchi in legno dorato arricchiti da dipinti dei sec. XVII e XVIII. 
Nelle adiacenze, la Piazza Torre Vecchia, dove pare che sorgesse una antica torre di difesa e che veniva utilizzata nel periodo comunale per le assemblee di popolo. 
 
La Palombara, torre di avvistamento del periodo bizantino. 
 
La Biblioteca Piervissani, sorta nella ex Chiesa di Santa Maria, conserva una ricca raccolta di 35.000 volumi di valore storico e culturale.